mercoledì 31 agosto 2011

Tirolo: Nello zaino Libertà


Ogni qual volta si voglia organizzare un viaggio in macchina per lasciare l’Italia e visitare le eclettiche bellezze della mittle-Europa, il primo passaggio obbligato passando per il Brennero consiste nel Tirolo; vale la pena infatti concedersi qui la prima sosta. Anche perché, non tutti lo sanno, con la benzina austriaca si risparmia in media 20 centesimi al litro rispetto alla Germania o all’Italia, però per trovare un distributore bisogna lasciare l’autostrada.

Storicamente il Tirolo è sempre rientrato sotto l’influenza culturale Asburgica, nel medioevo e nel rinascimento. Dalla fine della Grande Guerra la regione è divisa tra Italia e Austria, conta quasi un milione di abitanti, dei quali due terzi sono di stirpe tedesca. La convivenza di queste distinte realtà etniche, soprattutto nel sud-Tirolo, rende peculiare la cultura della zona e soprattutto si è mostrata come primo modello di integrazione dei popoli europei fin dai primi decenni del XX secolo: proprio questo rese i fondamenti dei primi accordi del Patto d’Acciaio che sventarono l’italianizzazione forzata programmata dai liberali, gettando le basi per la cooperazione istituzionale della nuova Euroregione Tirolo-Altro Adige-Trentino.

Il capoluogo è Innsbruck, tradotto letteralmente “ponte sull’Inn”. La città, sede centrale della Convenzione per le Alpi, sorge incastonata in questa valle a soli 500 metri sopra il livello del mare, da cui si ergono ripide  le catene alpine dei monti del Karwendel e dal Patscherkofel, che raggiungono i 2700 metri.

Nel pensare al Tirolo non si può prescindere dal considerarla una terra radicata alle sue tradizioni. Gran parte della sua cultura è legata alla religione Cattolica. Da questo si può subito notare il biglietto da visita che si trova all’ingresso della cittadina: una grande Croce con l’iscrizione in tedesco “Tu che vai, fermati un istante, guarda i ghiacci e i segni di Colui, che morì per la nostra redenzione, insegnandoci che la morte è la via verso la vita”.

Infatti l’architettura urbana non è degna di nota, a parte un paio di chiese, quello che veramente costituisce il potere di attrazione di questa località sono le migliaia sentieri di montagna, tutti da scoprire. In questo breve soggiorno ha più attirato la mia curiosità quello che i reduci della Wehrmacht percorrono per depositare nella cappella del Gross Glockner le medaglie conquistate sul campo di battaglia, sotto l’epigrafe “A Dio devo l’audacia che mi ha conferito questo onore”.

Vale veramente la pena visitare infine la celebre Cappella d’Argento del XVI secolo, eretta dagli Imperatori del Sacro Romano Impero, che oltre all’elevato rilievo artistico la tradizione vuole abbia ospitato il Sacro Graal, per questo è meta di pellegrinaggi, nonché di importanti studi sulla ricerca dell’Eredità Ancestrale come quelli da parte della Ahnenerbe tra gli anni ’30 e ’40.

Detto questo, non resta che far visita, quindi vi auguriamo un buon viaggio!


Nucleo Prati Boccea



martedì 16 agosto 2011

Vienna e Bratislava. Nello zaino Libertà


Vienna e Bratislava distano appena 50 Km, la stessa lunghezza che si può percorrere per andare da Roma a Fiuggi: non a caso le capitali austriaca e slovacca sono le più vicine d'Europa. Per larga parte della loro storia hanno vissuto assieme, per anni sono state governate dalla stessa famiglia ed appartenenti allo stesso impero.
In molti, per convenienza economica, atterrano a Bratislava e si recano frettolosamente a Vienna senza degnare di uno sguardo il primo baluardo slavo d'Europa.
Le tradizioni ed i costumi della nazione slovacca sono stati messi in ombra dalla vicinanza alle cittadine mittleeuropee più conosciute, ma in realtà la sua capitale Bratislava è stata con loro protagonista della storia d'Europa degli ultimi secoli. Prima ancora che l'impero romano allargasse i suoi confini, la Slovacchia era territorio celtico (uno storico pub, 1st slovack pub,  grazie agli affreschi interni e alla croce di san patrizio sull'entrata, richiama gli antichi padri della nazione). Del resto, dominazioni romane e medievali, rimane ben poco: le strutture costruite durante il Sacro Romano Impero di Carlo Magno sono finite nei fuochi degli ottomani o trafugate dai barbari. L'aspetto artistico e culturale della città si concentra sulla storia della famiglia Asburgo: la torre di San Michele, la cattedrale di San Martino (dove per due secoli sono stati incoronati i re asburgici) ed il Castello (simbolo della capitale) sono frutto di quell'epoca.
La città è stata ed è crocevia di molte culture e per questo tutti, compresi gli anziani, parlano alla perfezione l'inglese. Difficile trovare una grande accoglienza, a differenza di quanto raccontano le guide, non esiste alcuna movimentata vita notturna, Bratislava mantiene la sua fredda serietà, il passato tragico e turbolento della capitale slovacca sembra non concedere smancerie.
I molti operai edili che si incontrano per le vie e le decine di cantieri, svelano una metropoli con la voglia di rinascere, di recuperare gli anni persi e di tornare all'altezza delle altre città europee. Non scordiamoci che fino al 1989 è stata occupata dall'Unione Sovietica, costretta all'unificazione con l'odiata Repubblica Ceca e distrutta dalle tipiche costruzioni a nido degli Urss. Nonostante la sua storia, Bratislava tiene ai mounumenti russi così come noi teniamo all'altare della patria. Il Monumento che domina la città, lo "Slavin", ricorda i caduti sovietici ed è mantenuto alla perfezione, in una città dove è facile incontrare palazzi e chiese abbandonate. Il Paese slavo ha vissuto, in un  periodo fiorente per i fascismi europei, una parentesi assai stravagante. La Slovacchia ottenne la sperata indipendenza, staccandosi da Praga grazie al Dr Joseph Tiso, prete cristiano allora "duce" della Nazione. Si alleò con l'asse e a fine guerra pagò con l'impiccagione l'alleanza con la Germania e così finirono anche i suoi collaboratori. Su Tiso, da sempre, viene attuata una forte demonizzazione che ha portato i cittadini slovacchi ad una sorta di damnatio memoriae su quel periodo.
Nel 1993, quattro anni dopo la caduta del Comunismo, la Repubblica Slovacca riottiene l'indipendenza, in accordo con i ciechi divenne uno stato sovrano .
I tentativi comunisti prima e capitalisti poi rischiano di minare quella che per anni è stata la battaglia dei cittadini Slovacchi, ritrovare la terra dei padri.

Bratislava è una città abbastanza piccola, ospita 600 mila abitanti, più o meno gli stessi residenti del municipio di Cinecittà ma vale la pena visitarla. I costi sono ancora molto bassi nonostante l'arrivo dell'Euro. Mezzi di trasporto e servizi primari non mancano.
Finita quest'esperienza non resta che spostarsi a Vienna attraverso il Danubio. Non pensiate, il viaggio sul battello costa 5 euro in più del viaggio in treno ed è sicuramente più evocativo. Non troverete traccia del tanto decantato fiume azzurro ma incontrerete sicuramente cittadine arroccate, vecchi ruderi di castelli medievali e tanta vegetazione che il nostro biondo Tevere neanche si può ricordare.

Vienna è una delle principali città Europee, conosciuta nel mondo per essere la capitale del regno degli asburgo, presenta oggi dei lati molto curiosi che ne fanno una metropoli in bilico tra la storia imperiale e la modernità della mittle Europa. La differenza con Bratislava è netta,  le dimensioni, la ricchezza e la quantità di servizi descrivono una situazione molto più agiata. Il Costo della vita è leggermente superiore di quello italiano. Sbarcando a Vienna non aspettatevi di trovare nulla di simile della Germania, neanche la lingua sembra il duro e deciso tedesco, la gente, i luoghi e la storia la fanno somigliare molto di più a una città dell'Est Europa. Non scordiamoci che Vienna si trova vicino al confine della Repubblica Ceca, della Slovacchia, D
dell'Ungheria e della Slovenia, il territorio tedesco si trova completamente ad occidente rispetto a Vienna, di fatti sembra non riguardarla per nulla. Negli ultimi 300 anni le maggiori influenze culturali sono provenute dall'Est, slavi, orientali ed arabi formano la popolazione della città, difficile incontrare viennesi, ancora più difficile saperli riconoscere. Anche solo attraverso i negozi si può notare come l'Austria sia stata incapace di ostacolare la globalizzazione sfrenata, è difficile o impossibile trovare locali e ristoranti tipici, i pochi rimasti sono lontani dal centro o troppo costosi. La città propone un infinità di monumenti provenienti dal regno degli asburgo: cattedrali, palazzi, biblioteche e giardini sono luoghi appartenenti un tempo alla famiglia reale. Nellaa Rathaus (sede del comune) e in altri posti importanti della capitale, troverete un'accoglienza speciale. Le associazioni gay hanno "vinto" l'appalto per fare l'accoglienza ai turisti, non meravigliatevi della loro insistenza, vogliono solo rendersi disponibili...
Per trovare cimeli di guerra o sprazzi di storia che ricordano come l'Austria sia stato il primo e più alleato fedele della Germania, bisogna visitare il mercato delle pulci, è aperto ogni Sabato e ci si può trovare di tutto. Alcune foto storiche ritraggono croci uncinate e gagliardetti inequivocabili.

Una nota negativa, che riguarda anche Bratislava, è la quantità di degrado umano, che circola nelle città; non è affatto difficile incontrare tossici o passare di fronte ad un gruppo di persone con dubbie intenzioni, scene sgradevoli, che fortunatamente non incontriamo a Roma da parecchio tempo.

Un viaggio e non una vacanza nelle arterie del vecchio continente sempre pronto a stuprici con la sua millenaria storia.

Alla prossima!

Laura Fantera