Sono stato in Bosnia due volte, nel 2009. Innamoratomi di Sarajevo alla
mia prima visita, ho voluto assaporare questa terra nella sua
contraddittoria complessità, dal confine di Bihac, i cui minareti
segnano la punta della lancia musulmana in Europa, alla Repubblica
Srpska degli ortodossi, alla verde Erzegovina tempestata di bandiere
croate, ribelle di fronte ad uno stato effettivamente inesistente.
A farmi compagnia nel viaggio aquile, chilometri di campi minati, chiese
bombardate, aereoplani abbattuti, la lenta litania dai minareti vicine
alle chiese piene di fedeli.
Leggere Ivo Andric, poi, mi ha convinto che la sensazione che avevo
avuto in questo viaggio era corretta: la Bosnia-Erzegovina è la
testimonianza diretta di come la formula statale moderna, così come la
conosciamo e come ce l'hanno imposta dopo la Rivoluzione Francese, non
riuscirà mai a nascere in Bosnia.
La Bosnia-Erzegovina è - forse più di qualunque altra terra in Europa -
il luogo di maggiore commistione culturale, religiosa e linguistica.
Bosniaci sono musulmani, pronipoti della penetrazione ottomana verso
Vienna, che danno alla Bosnia quella particolare forma di freccia verso
Nord. Bosniaci sono i serbi, ortodossi, che circondano letteralmente la
"freccia" musulmana, pronipoti di quei cristiani contadini-guerrieri,
messi da Vienna a difesa dell'Impero. Bosniaci sono i croati, cattolici,
differenti ai serbi per fede e per puntiglio, con la loro irresistibile
voglia di separarsi dai connazionali, fratelli coltelli dalla notte dei
tempi.
Questo fa della Bosnia una terra affascinante, incredibile. Ivo Anric,
nel suo "Il ponte sulla Drina" guarda questa terra assurda dagli occhi
del ponte di Visegrad, costruito sul fiume Drina nel XVI secolo dal gran
visir, per garantire il passaggio sicuro e rapido di uomini e merci per
la grandezza dell'Impero Ottomano. Fu costruito dai cristiani,
costretti dai turchi ad un lavoro massacrante che accresceva in loro
l'odio per i turchi.
Oggi Visegrad ricade nel territorio della Repubblica Srpska, la surreale
entità statale dei serbi bosniaci, che occupa il 49% del territorio
della Bosnia Erzegovina ed è di fatto uno stato a sé: ha la sua polizia,
le scritte in cirillico, il proprio collegamento diretto con Belgrado.
La Bosnia-Erzegovina non esiste, e non esisterà mai. La Bosnia può
esistere soltanto all'interno di un impero, sia esso europeo o turco.
Soltanto un impero può garantire l'esistenza a questo frullato di
persone così diverse, con la guerra nel sangue, ricordi viventi di
quando i trisnonni vennerò qui da chissà dove, per spararsi addosso e
conquistare questa terra selvaggia e splendida.
Michele Pigliucci
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